Awerness

Ho desideri di cambiamento e provo a impegnarmi concretamente, nel quotidiano, a realizzarli per come posso. E su ciò che non riesco oggi a cambiare provo a riderci su. Questo è un aspetto del mio carattere.

Di recente mi è capitato di dover razionalizzare, per lavoro, riflessioni sul cambiamento in lingua Inglese. Questo è un altro aspetto del mio carattere: quando ho un pensiero in testa leggo ogni cosa in cui mi imbatto dalla prospettiva in cui mi costringe tale pensiero, almeno fino a quando non riesco a liberarmene, per esempio scrivendo articoli come questo.

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Aspirina ed affetto

Cristo drogato da troppe sconfitte
Cede alla complicità
Di Nobel che gli espone la praticità
Di un’eventuale premio della bontà

Comincia con questi versi l’inno antiborghese del giovane De André, che in questa canzone ne traccia l’identikit: è il ritratto del nostro mondo, così pieno di gente impegnata sempre a vincere e mai a morire o, in casi estremi, a cercare la frase giusta da far scolpire sulla sua tomba, o la foto in cui è venuto meglio.

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Resurrezione

“La Canzone di Marinella è nata da una specie di romanzo familiare o sulla stregua di un romanzo familiare, applicato a una ragazza che, a sedici anni, per motivi familiari, s’era trovata a fare la prostituta ed era stata scaraventata nel Tanaro o nella Bormida, non ricordo bene, da un delinquente. E’ un fatto di cronaca vero, che io avevo letto in uno di questi giornali … avevo quindici anni … uno di questi giornali di provincia che poteva anche chiamarsi la Gazzetta del Tanaro, non mi ricordo bene. E così mi aveva emozionato e ho cercato di reiventarle una vita e di addolcirle la morte”.

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Calabresità

“Un colpo di pistola sparato al momento giusto evita ogni penosa discussione. Il problema però resta aperto: a chi sparare? A se stessi o all’interlocutore? Nel dubbio, astenersi. Ma non venite poi a lagnarvi che le discussioni sono inutili.”

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Ecco un buon consiglio pratico, uno di quelli capaci a risolvere una tua inquietudine. Se hai una inquietudine – e soprattutto se non ne conosci l’origine – ti conviene partire da un pensiero di Flaiano: da qualche parte Flaiano ti porterà, in qualche luogo inesplorato del tuo essere. E ti darà una risposta che ti aiuterà quanto meno a formulare una domanda, una domanda vera, una domanda di quelle che potresti continuare a rivolgerti anche un minuto prima di morire.

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Time out

Segue un bell’articolo di Carlo Rovelli, in cui mi sono imbattuto nel tentativo di spiegare a mia figlia il concetto di “freccia del tempo”, che le hanno spiegato a Fisica chiacchierando di attrito e di eternità.

Gli attriti, le hanno detto, sono fenomeni di tipo dissipativo, in cui energia meccanica si trasforma in calore. Il secondo principio della Termodinamica definisce l’irreversibilità dei fenomeni di dissipazione: in alcuni fenomeni non si può tornare indietro nel tempo, sono come fogli che bruciano e non possono più ridiventare carta e quindi per loro esiste un prima che bruciassero e un dopo che sono bruciati. Le leggi della Fisica – per esempio la legge di gravitazione universale – sono simmetriche rispetto al tempo, sono reversibili, mentre nella vita quotidiana si nota chiaramente una differenza tra un “prima” e un “dopo” che non sarà mai uguale al “prima”. La reversibilità delle leggi della Meccanica è tuttavia ideale, perché le sue leggi sono state elaborate eliminando l’attrito che poi viene tenuto in conto come perturbazione del fenomeno ideale che la legge descrive.

Ecco, i miei pensieri sono partiti da qui.

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Confessioni di un borghese

Sono le ultime pagine di Confessioni di un borghese di Sándor Márai, edito da Adelphi. E’ un libro di memorie scritto nel 1934, quando Márai aveva 34 anni, che si conclude con il racconto della morte del padre e con il rimpianto per la fine di un mondo che suo padre incarnava.


Un giorno d’autunno, alle due del pomeriggio, mio padre morì. Morì con forza e dignità, in maniera esemplare. Fu quasi come se volesse mostrarci in che modo si deve morire … Spirò tra le mie braccia, e da quel momento il terrore che mi ha sempre ispirato la morte è mutato: la mia paura si è attenuata, e non è più la morte, orrida e sconosciuta, a farmi paura: è la vita che mi dispiace abbandonare, e se protesto contro la morte è perché mi priva dei sapori e dei profumi della vita; ma nell’attimo in cui mio padre chiuse gli occhi mi resi conto che la morte non è né buona né cattiva, non ha alcuna connotazione precisa.

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Compiti e processioni

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. (Gv, 19, 25-27)

Fu questo l’istante in cui a Maria di Nazareth fu rivelato in pienezza il suo compito e fu da allora che Maria cominciò ad uscire dalla sua “casa”, perché chiamata a diventare “madre” di Giovanni, che non aveva generato. La maternità – come pure la paternità, la fraternità e la filiazione – ordinariamente è la constatazione di un fatto che, certamente, prende poi forme specifiche nella relazione con un figlio o una figlia: è un fatto che si sviluppa nel tempo. In questo caso invece è un compito, e anche piuttosto libero perché Maria non adottò Giovanni, che una madre naturale ce l’aveva già.

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Gli avvocati di Voghera

È molto difficile giudicare la percezione di pericolo che si può avere quando si viene aggrediti e quindi quanto scrivo di seguito non lo so se si possa applicare al caso di questi giorni dell’avvocato di Voghera che spara e uccide un marocchino che aveva aggredito lui e altri. Il fatto che questo avvocato sia pure un assessore leghista non porta certo serenità alla riflessione che è diventata subito politica, come sarebbe diventata a parti invertite se fosse stato il marocchino a uccidere l’avvocato di Voghera.

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