Resurrezione

“La Canzone di Marinella è nata da una specie di romanzo familiare o sulla stregua di un romanzo familiare, applicato a una ragazza che, a sedici anni, per motivi familiari, s’era trovata a fare la prostituta ed era stata scaraventata nel Tanaro o nella Bormida, non ricordo bene, da un delinquente. E’ un fatto di cronaca vero, che io avevo letto in uno di questi giornali … avevo quindici anni … uno di questi giornali di provincia che poteva anche chiamarsi la Gazzetta del Tanaro, non mi ricordo bene. E così mi aveva emozionato e ho cercato di reiventarle una vita e di addolcirle la morte”.

Ci sono tante storie come questa che attendono di essere svelate … o immaginate: racconti da caserma o da avanspettacolo che attendono uno sguardo che li vesta di dignità.

C’è una vecchia canzone di Jannacci in cui si racconta di una ragazza a cui aveva dato appuntamento un soldato. Lei si era preparata all’incontro, chissà cosa s’era messa in testa, ma alla fine lui non si era presentato. Aveva mandato un altro al posto suo, uno che le spiegasse che era dovuto partire. E lei non sa più a cosa credere: teme forse di diventare la protagonista di racconti da caserma, una di quelle che i soldati si scambiano tra loro, ma non lo dice, neanche a se stessa, perché sa di non essere più giovane e ha paura che, con gli anni che passano, vada via anche l’amore.

E’ una storia comune, che non ha la forza di risorgere da sola, di uscire dal patetico, dai pettegolezzi e dall’anonimato. Ha bisogno di qualcuno che sappia cose che tu non sai e che te la racconti illuminando il tuo sguardo quel tanto che basta dal liberarlo dai fatti tuoi: qualcuno che la vesta di intimità e di dignità, arricchendola di particolari.

Serve qualcuno che sappia preparare gli ingredienti adatti per la sua resurrezione: qualcuno che sappia scegliere le parole giuste, che sappia sistemare le luci perché non sfuggano i dettagli, che riesca a trovare la musica adatta a evitare distrazioni. E poi avviene il miracolo.

Il miracolo è che tu cominci a desiderare, per il tempo del racconto, per il tempo della canzone, di conoscere il nome di questa ragazza non più giovane e di farle compagnia. Poi il racconto finisce e tu scendi dal monte in cui eri salito e torni alle tue cose e desideri altre compagnie: però il ricordo di un mondo diverso, in cui tu sei stato anche se per pochi istanti, rimane come qualcosa di ancora possibile.

E tutto questo finirà per intenerirti il cuore. Forse.

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